HELICOBACTER PYLORI

L’Helicobacter Pylori Test permette di valutare la presenza dell’antigene dell’Helicobacter pylori in campioni di feci, il cosiddetto HpSA. Grazie a questo test si possono prevenire numerose patologie gastro-intestinali, quali gastrite acuta e cronica, duodenite, ulcera peptica, cancro gastrico, linfoma B-MALT.

Cos’è e a cosa serve?
L’Helicobacter pylori è il patogeno umano più diffuso al mondo, e si trasmette, verosimilmente, per via oro-gastro-fecale, anche se non si è riusciti a dimostrare la crescita in ambienti come l’acqua o vettori animali.

Il rischio di infezione aumenta con l’età, a partire dai vent’anni nei Paesi più sviluppati, mentre è molto più precoce nelle popolazioni a più basso tenore di vita, dove è presente nella maggioranza dei bambini in età prescolare.

La presenza dell’Helicobacter pylori nella mucosa gastrica sembra svolgere un ruolo cardine nella genesi di numerose patologie gastro-intestinali, quali gastrite acuta e cronica, duodenite, ulcera peptica, cancro gastrico, linfoma B-MALT.

L’infezione da Helicobacter pylori determina inizialmente una gastrite acuta, con ipocloridria gastrica, che facilita ulteriormente la colonizzazione batterica. Se non eradicata, l’infezione determina una gastrite cronica attiva, che inizia a livello dell’antro gastrico, per poi estendersi al resto dello stomaco.

L’Helicobacter Pylori Test permette di valutare la presenza dell’antigene dell’Helicobacter pylori in campioni di feci, il cosiddetto HpSA.

Chi lo dovrebbe fare?
L’Helicobacter Pylori Test è consigliato a tutti, per valutare il benessere e lo stato di salute dello stomaco e per prevenire numerose patologie, ma soprattutto è consigliamo in caso di presenza di sintomi come:

Bruciore nella regione epigastrica, soprattutto a stomaco vuoto e nelle prime ore del mattino;
Reflusso gastro esofageo;
Nausea, vomito;
Perdita di appetito.
Come e dove eseguire il test?
L’Helicobacter Pylori Test viene effettuato mediante analisi su un campione di feci, e può essere richiesto 


Preparazione all’esame: 

raccogliere i campioni a distanza di almeno due settimane dall’ultima terapia con antimicrobici, inibitori della pompa protonica e i preparati farmacologici a base di bismuto che possono interferire con l’esame.

…e una volta fatto il test?
Dal 1996 le linee guida internazionali hanno stabilito che la terapia standard di prima linea è rappresentata da 7-10 giorni di trattamento con un inibitore della pompa protonica (PPI), più amoxicillina e claritromicina.

La maggior parte delle persone che completa con successo la terapia antibiotica combinata riesce a liberarsi dal batterio, con una percentuale di guarigione che raggiunge circa l’80-90% delle persone colpite. La terapia non rende immuni dal batterio, quindi c’è sempre il rischio di essere reinfettati, rischio che viene stimato in circa l’1% dei pazienti per anno.

In caso di positività qualunque tipo di trattamento deve essere intrapreso dopo opportuna consultazione con il proprio medico curante.

Ripetizione del test
In caso di positività, il test è da ripetere in base alle indicazioni dello specialista che ha prescritto la terapia.